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L'arte della tavola

Luoghi dell'Infinito n.196 giugno 2015
ARTE TAVOLA
Disponibile
€ 2,50

Come in una sorta di seguito dello speciale dedicato a Expo “Mondi svelati”, “Luoghi dell’Infinito” – il mensile di “Avvenire” diretto da Marco Tarquinio e coordinato da Giovanni Gazzaneo - allarga la riflessione su “l’arte della tavola”. È dunque la dimensione culturale e spirituale del cibo al centro di questa monografia.

Pierangelo Sequeri nel suo editoriale riflette sulla convivialità come una necessità dell’uomo, che però la cultura estetizzante del cibo sta depauperando dei valori più profondi: «La convivialità trasforma il cibo che ci passiamo affettuosamente l’un l’altro nel simbolo di un nutrimento reciproco. Fa riaffiorare in noi il gesto con il quale siamo stati accolti nella vita. E fa rivivere il desiderio di trattenerci in essa, conquistandoci l’ospitalità dell’amore». Enzo Bianchi affronta invece un viaggio nella Bibbia, ricca di riferimenti al cibo e all’atto di mangiare. Il priore di Bose sottolinea la libertà concessa da Dio nell’alimentazione e nell’uso della natura, sia subordinata a un patto: «Dio fa dunque questo dono di creature buone e salutari, un dono che certo chiede all’uomo responsabilità, consapevolezza di ciò che mangia, rispetto per il cibo e condivisione, perché tutte le creature sono destinate a tutta l’umanità, non ad alcuni privilegiati o rapinatori». Puro e impuro sono interpretazioni proiettate dall’uomo sul cibo e quindi sulle persone: separazioni che Gesù, amante della tavola, cancella per sempre. Due ampi servizi di Franco Cardini esplorano ambiti che hanno tra loro diversi punti di contatto: la lenta presa di coscienza dei gusti “degli altri”, ossia l’incontro, spesso choccante, con le tradizioni legate all’alimentazione delle civiltà non occidentali, e il legame tra cibo e monoteismi: i riti, le consuetudini, i tabù alimentari, le ricette e le tavole imbandite.

In apertura della sezione dello speciale dedicata alle arti, Timothy Verdon offre un’ampia panoramica sull’iconografia dell’Ultima Cena, con una particolare lettura della sua funzione in ambito liturgico. Antonio Paolucci analizza la prima “natura morta” della storia: un magnifico mosaico pavimentale in cui un artista greco ha rappresentato a grandezza naturale i resti di un banchetto. Un’opera tra illusionismo spettacolare e melanconica riflessione sul fuggire della vita. Le fotografie di Pepi Merisio sull’Italia del convivio offrono il destro a Ulderico Bernardi per un’analisi di come il boom economico abbia rivoluzionato le abitudini alimentari degli italiani, cancellando la fame atavica, ma scardinando anche il tempo della famiglia attorno alla tavola. Sono invece le nature morte alla fiamminga scattate da Mauro Davoli il corredo di immagini dell’antologia poetica, da Omero a Derek Walcott, curata da Roberto Mussapi. Alessandro Zaccuri, infine, racconta come attorno al cibo e ai suoi significati ruotino grandi capolavori del cinema.

Mantiene un cuore milanese anche la sezione Arti&Itinerari. Elena Pontiggia racconta le meraviglie della mostra a Palazzo Reale dedicata al tempo dei Visconti, quando la città divenne una delle capitali del gotico internazionale. Il numero si chiude con un ampio servizio sulla cintura di abbazie sorte attorno a Milano tra XI e XIII secolo. Complessi che attraverso l’ora et labora fecero di questo di questo territorio uno dei più fertili, spiritualmente e fisicamente, d’Europa.


L'autore è Pierangelo Sequeri

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